KEY WT 8 AMP Nc 2 – LMK & Co 1940

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Il restauro della molla e considerazioni

di Maurizio Melappioni INORC 624

Una premessa a questo piccolo articolo, Biagio Venanzoni IK0PRH/6, nostro Presidente, da tempo mi ha sempre fatto presente quando si parlava di manipolazione in CW che avrebbe voluto essere più presente in aria ma con un tasto verticale, che non gli funziona come lui vorrebbe. Parlando al telefono si concretizza in un problema nella molla del tasto che egli non poteva risolvere da solo. . .e così: – “mandamelo che te lo sistemo”! Inoltre da “buon EX RT” non mi aveva saputo dire che tasto fosse, era un tasto verticale, punto.

Martedì 20 agosto 2024 mi vedo recapitare dal postino una busta di buon spessore ma molto leggera, è la spedizione che mi aveva anticipato per telefono Biagio Ik0PRH/6. Al suo interno c’è un tasto verticale e solo vedendolo capisco di che tasto verticale mi ero preso la responsabilità di sistemarglielo, oltre che come favore ad un amico il mio obbiettivo era quello di non dargli nessun alibi al non sentirlo uscire ON AIR con un verticale, viste le lunghe discussioni in fatto di telegrafia.

Il tasto in questione come descritto nel titolo dell’articolo è di fabbricazione inglese, mai visto e toccato con mano. Da una documentazione su internet vedo che quello che possiede Biagio è del 1940, e una bella dicitura incisa e con vernice bianca sulla base lo testimonia in modo inequivocabile.

Vedo anche su internet che il tasto di Biagio è molto differente dalle varie modifiche che questo tasto ha avuto negli anni che è stato prodotto.  E precisamente quello del 1940 è della prima produzione che si differenzia da tutte le successive per avere la molla che lavora in estensione, mentre tutte le altre produzioni hanno la molla che lavora in compressione (vedi foto a destra tasto del 1941) il mainframe è differente.

Questa osservazione da un lato mi incuriosisce ma dall’altro mi mette in guardia sul perché fu fatta una modifica così sostanziale per un tasto prodotto in grande serie, ma seguendo l’articolo scopriremo insieme alcuni aspetti che a volte risultano solo banali.

Ritornando alle discussioni in merito alla manipolazione con i tasti verticali fatte al telefono con Biagio non ero riuscito a comprendere che tipo di tasto verticale avesse, ma quello che era chiaro era il problema che quel “misterioso” tasto in suo possesso aveva la molla “moscia”, espressione ovviamente detta in gergo. Più volte mi ricordo di averlo pungolato sul fatto che sarebbe bastato “il classico chiodo” per trasmettere, ma mi accorgevo che sotto sotto c’era qualcosa di più, probabilmente qualcosa mi sfuggiva.

Vediamo quindi come si presenta la molla, come lavora in estensione e la sua bizzarra regolazione.

Nelle due foto ingrandite, a destra la molla originale che risulta deformata e molto allungata, e a sinistra il sistema di regolazione in estensione tipico di questo tasto.

Verificato il fatto che la molla originale non avesse più le caratteristiche di estensione e richiamo ho provveduto immediatamente alla sua sostituzione . . .  e qui, sono sorti i problemi. Problemi che in sede di produzione probabilmente hanno fatto si che il sistema venisse trasformato da molla in estensione a molla in compressione. Manualmente ho impiegato più di mezz’ora per mettere in sede la molla in quel sistema meccanico complicato. Il risultato finale è nelle foto, ma siccome posseggo anche la versione con la molla a compressione sono scaturite delle ovvie considerazioni sia come “meccanico” che come “telegrafista”, e non era la prima volta che mi capitava di fare tali osservazioni.

Innanzi tutto il lavoro di sostituzione della molla ha evidenziato che il sistema in estensione della molla risulta molto critico, dipende dalla lunghezza complessiva della molla stessa, una spira in più o in meno va a modificare la regolazione intesa come complessiva. Mi spiego meglio, la vite che regola l’altezza dell’asta che trattiene la molla ha una corsa di minima e di massima. L’operatore deve ottenere una variazione di peso (sensazione) alla manipolazione che deve oscillare da un minimo ad un massimo, e questo è definito dalla corsa della vite stessa.

La vecchia molla aveva perso questo range e Biagio l’aveva classificata come “moscia”, in effetti era proprio “morta”. Quindi la mia difficoltà è stata quella di eseguire una serie di prove, cambiando la lunghezza delle molle fino a trovare quel giusto equilibrio che un operatore dovrebbe riscontare nella sua personale regolazione.

Probabilmente le grosse difficoltà meccanico/manuali di inserimento della molla nella prima versione potrebbero aver inciso nelle versioni successive trasformandolo in un sistema a molla per compressione sicuramente molto più semplice.

Qualcuno a questo punto si domanderà se i due sistemi sono identici a livello di tattilità nell’atto manipolativo. Personalmente avendoli avuti entrambi ho potuto accertare che c’è una piccola differenza. Personalmente e da “meccanico” vedo meglio il sistema a estensione” rispetto a quello in compressione, ma questo rientra nella personale sensibilità e adattamento allo strumento che si ha a disposizione che ogniuno di noi avrà già sperimentato almeno una volta nella sua vita.

Nella mia esperienza posso dire che alcuni tasti furono creati nell’ottica della massima espressione soggettiva facendola prevalere e in rapporto con la meccanica costruttiva dei tasti, in altre soluzioni di tasti la meccanica ha prevalso al contrario e cioè nella facilità di produzione, tanto l’operatore si adatta! (per cui non tutti i tasti sono uguali, e il violino di Stradivari esiste ed è differente per lo meno in ambito musicale, per i tasti cw altrettanto)

Alla conclusione e condivisioni di questo banale restauro, vorrei ritornare all’espressione di Biagio: la molla è moscia! Forse adesso non la troverà più così, forse potrà osservare che ha un range di regolazione più appropriato e individuale, forse quello del 1940 sarà migliore di quelli degli anni successivi, ma sono sicuro che alla fine tirerà fuori il problema che bisogna avere anche il MANICO, e questo è una cosa del tutto individuale.

 

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