Motopesca Oceanico M/p “GENEPESCA II°” c/s IBSR
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Motopesca oceanico M/p “GENEPESCA II°” nominativo internazionale IBSR, si tratta di una delle navi da pesca oceanica appartenenti appunto alla famosa e storica Società GENEPESCA che iniziò ad operare in Atlantico davanti alla coste del West Africa già nei primi anni 30 del secolo scorso. Il Motopesca “GENEPESCA II°” fu una delle più grosse navi costruite in Italia negli anni 50 per operare nelle fredde acque della Groelandia e dei Banchi di Terranova. La nave venne costruita nel 1950 presso i Cantieri Riuniti dell’ Adriatico C.R.D.A. – Trieste (Italy) con numero di costruzione n° 1762. La nave aveva una Stazza lordaStazza lorda Una delle misure più frequentemente citate nella valutazione di un’imbarcazione è la sua stazza lorda (o GT, Gross Tonnage o Gross Register Tonnage GRT), comprendente tutti i volumi interni della nave, oltre a quelli utili per il trasporto delle merci e dei passeggeri, e quelli di servizio, gli spazi della sala macchina per il combustibile e così via.A cura di Alfredo De Cristofaro IK6IJF - INORC 231 di 1650 tons, Lunghezza fuori tutto 76.50 metri, Larghezza della sezione maestra 11.83 metri. Apparato Motore un diesel C.R.D.A. a due tempi 6 cilindri (d mm 450 cs mm 740) capace di sviluppare 1200 Cavalli, singola elica. Armatore Compagnia Generali italiana della grande pesca Livorno (GENEPESCA).
Foto 2
Nella foto 2 una panoramica della modernissima stazione radio di cui era dotata la nave in grado di poter comunicare sia in Onde Medie che Corte da ogni oceano del mondo, negli scatti successivi verranno descritti i vari apparati mentre essendo visibile solo in questa foto, il primo apparato sulla sinistra, è un radiogoniometro MARCONI modello DFM3/R3.
Foto 3
Nella foto 3 da sinistra il ricevitore delle Officine Marconi modello R 251 per la banda delle Onde Lunghe seguito dal ricevitore a reazione sempre della Marconi Italiana modello R 394 con copertura delle Lunghezze d’onda da 2500 metri fino a 100 metri adatto a ricevere sia la radiotelegrafia che la radiotelefonia, questo ricevitore era realizzato appositamente per i pescherecci oceanici, di seguito il Trasmettitore radiotelegrafico di emergenza modello T 335; sotto la mensola sulla destra vari tasti telegrafici ognuno collegato al suo trasmettitore, delle cuffie per l’ uscita ad alta impedenza dei ricevitori, un orologio di stazione sormontato da un quadro elettrico per la ricarica delle batterie per l’alimentazione di emergenza, sulla destra a parete un altoparlante esterno mentre sul cielo della stazione radio si può vedere il commutatore a coltello per le antenne di trasmissione.
Foto 4
Nella foto 4 i due trasmettitori radiotelegrafici principali prodotti dalla MARCONI ITALIANA, il TX sulla sinistra è il modello T282 per la banda delle Onde Medie (500 kc/s) mentre sulla destra è installato il TX tipo T262/AC per le Onde Corte. Sotto il mobile del tavolo dallo sportello aperto si vedono i gruppi convertitori per le alimentazioni anodiche.
Foto 5
Nella foto 5 si intravvede dalla porta aperta al centro della foto che la stazione radio era comunicante con l’alloggio dell’Ufficiale RT, sulla sinistra della foto il grosso Radiogoniometro della MARCONI ITALIANA modello RDG RGM 3-3 mentre sulla destra si intravvede un apparato molto importante per una nave da pesca oceanica; si tratta di un RTX radiotelefonico della MARCONI ITALIANA modello “TRANSARCTIC” per Onde Medie e Onde Corte con suo ricevitore incorporato. Come si può vedere la nave era dotata persino di due radiogoniometri; le navi da pesca oceanica soprattutto quelle che operavano nei mari del Nord erano equipaggiate di tutti gli apparati più moderni e necessari sia per la determinazione del punto nave con sistemi radioelettrici che per la ricezione dei bollettini meteo e dei ghiacci. La stazione radio era un luogo nevralgico per la condotta della navigazione, per tempo si ricevevano gli avvisi di tempesta o quelli che avvisavano sulla formazione dei banchi di nebbia nonchè della formazione di ghiaccio e nei periodi più caldi di eventuali icebergs alla deriva. La conoscenza di queste informazioni consentiva di condurre una campagna di pesca in sicurezza, generalmente per queste grosse navi le campagne di pesca duravano dai 5 ai 6 mesi con un paio di brevi soste a terra per il bunkeraggio e il rifornimento dei viveri e dei materiali per il servizio marinaresco e nautico, tutte le richieste venivano avanzate tramite l’inoltro di radiotelegrammi alle agenzia di terra e ai provveditori di bordo in modo che approntassero per tempo i prodotti e i materiali ordinati dalla nave.
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Sala gruppo motori per l’alimentazione della stazione radio.
A cura di Alfredo De Cristofaro IK6IJF – INORC 231
Ringrazio il Socio Domenico Caselli I6HWD – INORC 337 per il supporto grafico.