Turbocisterna T/c “ANTONIETTA FASSIO” c/s ICQR

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  Foto 1

Turbocisterna “ANTONIETTA FASSIO”: lunghezza fuori tutto metri 246,25 – lunghezza fra le p.p. metri 229,07 – larghezza f.o. metri 32,31 – altezza di costruzione metri 16,21 – Bordo Libero mm 11,485 – Stazza LordaStazza lorda Una delle misure più frequentemente citate nella valutazione di un’imbarcazione è la sua stazza lorda (o GT, Gross Tonnage o Gross Register Tonnage GRT), comprendente tutti i volumi interni della nave, oltre a quelli utili per il trasporto delle merci e dei passeggeri, e quelli di servizio, gli spazi della sala macchina per il combustibile e così via. A cura di Alfredo De Cristofaro IK6IJF - INORC 231 ton 35.835,82 – Stazza NettaStazza netta La Stazza netta  esprime la capacità dei volumi di tutti gli spazi interni della nave utilizzabili per scopi commerciali (carico e passeggeri) si esprime in (NT o Net Tonnage). Non comprende quindi la parte di impianti, di servizi della nave, gli alloggi, le cisterne del bunker, le varie cale o magazzini e si misura dalla superficie interna dei locali. A cura di Alfredo De Cristofaro IK6IJF - INORC 231 ton 20.554,98 – Immersione a pieno carico metri 11.485 – DislocamentoDislocamento + Il Dislocamento di una nave è la massa dell'acqua da essa spostata la quale, per il principio di Archimede, è uguale alla massa totale della nave stessa e, conseguentemente, i pesi dell'acqua e della nave si equivalgono. Il Dislocamento è quindi il peso reale della nave e si esprime in tonnellate, questa unità non va confusa con la tonnellata di stazza che è invece una misura di volume (una tonnellata di stazza è uguale a 2,83 metri cubi). ton 68.760. Equipaggio : 64 persone.
Costruita presso i Cantieri Ansaldo Luigi Orlando di Livorno nel 1961 Costruzione n 1555. Velocità di esercizio nodi 17,87.
Apparato motore a poppa : un motore a vapore CALDAIA ANSALDO-Foster Wheeler ed una turbina Ansaldo a doppia riduzione della potenza di 21.000 C.A. – 1 elica a pale fisse.

  Foto 2

Nella foto 2 al centro il tavolo dell’operatore, sulla dx il ricevitore ALLOCCHIO BACCHINI AC-16 a copertura continua mentre sulla sx, sempre dell’ALLOCCHIO BACCHINI, il ricevitore AC16/OM ossia con copertura delle sole Onde Lunghe e delle Onde Medie, al centro la consolle per facilitare all’operatore alcune commutazioni tra le quali la carica delle batterie per l’alimentazione di emergenza, l’inserzione dei tasti telegrafici sui vari trasmettitori e altri servizi accessori. A dx del tavolo dell’operatore il trasmettitore radiotelegrafico principale per le Onde Corte della Marconi Italiana modello T.C. 109A e sulla sua dx, a terra, il trasmettitore di soccorso per le lance di salvataggio modello NAUTILUS. Dalla parte opposta della foto, sulla sx, si può vedere il trasmettitore radiotelegrafico principale per Onde Medie (banda dei 500 kc/s) realizzato sempre dalla MARCONI ITALIANA e si tratta del modello T.C. 110-OM. Da notare in foto guardando il tavolo operatore che al centro sono installati a paratia, in basso, un sistema per lo smistamento delle antenne di ricezione e sopra il grosso commutatore per le antenne di trasmissione sui vari trasmettitori.

  Foto 3

Nella foto 3 di nuovo una parte del tavolo operatore e il Trasmettitore principale per le Onde Medie descritto nella foto precedente, sulla sx di questa immagine appare invece il Ricetrasmettitore radiotelefonico principale (modulazione di ampiezza) della I.R.M.E. modello “ORIONE” con copertura delle Onde Medie e Corte.

  Foto 4

Nella foto 4 appare sulla dx del tavolo il Trasmettitore di emergenza della IRME (banda dei 500 kc/s) modello TX 50-5 e il ricetrasmettitore radiotelefonico della IRME modello ALDEBARAN (forse la III^ serie). Gli apparati di emergenza di una nave non devono essere confusi con apparati che sarebbero stati usati in caso di soccorso, è da intendere invece che gli apparati di emergenza erano predisposti per essere alimentati dalle batterie e da utilizzarsi in caso di mancanza delle tensioni erogate dai gruppi motori della stazione radio o della tensione principale proveniente dai grossi alternatori o dalle diesel dinamo della sala macchine. Queste tensioni potevano mancare per manutenzione, per avaria e anche per situazioni di emergenza non ultime quelle per le quali si doveva richiedere la trasmissione del segnale di soccorso. Questi apparati però non venivano usati dai marconisti solo in caso di emergenza ma anche per traffico di routine in modo che periodicamente venivano messi in moto e provati nella loro efficienza. Sopra il ricetrasmettitore radiotelefonico della IRME, installato a paratia il ricevitore e il manipolatore del segnale di allarme per la 500 kc/s prodotti dalla IRME.

  Foto 5

Nella foto 5 sopra il mobiletto il RADIOGONIOMETRO della MARCONI ITALIANA  modello 3-3-S-3, nello stipetto il suo alimentatore.

  Foto 6

Nella foto 6 l’antenna del radiogoniometro installata in controplancia, dietro a sinistra la gabbia di protezione delle connessioni delle antenne di trasmissione con le uscite dei trasmettiotori.

 

A cura di Alfredo De Cristofaro IK6IJF – INORC 231

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